Un angolo di pianura coltivata ai piedi delle montagne
Natura
Un angolo di pianura coltivata ai piedi delle montagne
Un ambiente antropizzato, che riserva qualche sorpresa...

La Riserva, istituita per tutelare le rilevanti peculiarità archeologiche dell'antico insediamento romano e collocata in un'area intensamente coltivata, non presenta particolari emergenze naturalistiche, se si eccettuano piccole “sorprese” come la colonia di ranucolo a foglie capillari nelle acque della “bealera” (il canale irriguo) che costeggia la strada di accesso alla zona degli scavi.
Tuttavia, per documentare le svariate risorse (pesca, caccia e prodotti del bosco) di cui potevano disporre gli abitanti della città romana e mettere in evidenza la cornice naturale in cui era collocata, accanto all’area archeologica è stata tutelata una zona di salvaguardia, per motivi sia paesaggistici che naturalistici. Questa si estende lungo gli avvallamenti del torrente Mondalavia ed è caratterizzata da pioppeti coltivati e boschi misti di latifoglie.
La fauna superiore è rappresentata per i mammiferi da volpi, lepri, scoiattoli, ghiri, moscardini, donnole, faine, tassi mentre fra gli uccelli vanno segnalati il germano reale, la poiana, il picchio verde, il picchio rosso maggiore, la ghiandaia e altri rapaci diurni e notturni. Le monocolture agricole, alternate a pioppeti e colture stabili, permettono a cornacchie e fagiani di nutrirsi con facilità.
La vera peculiarità di questa zona è rappresentata dall'ambita presenza del tartufo: sono infatti numerosi gli appassionati che, percorrendo i boschi adiacenti al torrente Mondalavia, vanno alla ricerca del prezioso tubero.